Book Rider: Umanistili e Una ballerina sulla luna – Elisa Rovesta

di Oriana D’apote

 

Umanistili e Una ballerina sulla luna è la raccolta di racconti che consiglio a chi non ama le raccolte di racconti, tipo me (se può interessarvi, un’altra che mi ha convinto è stata Terra Madre – Cronache amare e storie d’amore);

 

Perché? Prima di tutto perché è una raccolta snella in formato rigido, di un bellissimo rosa, così contribuirà all’estetica della vostra libreria, in più smetterete di dire che il flessibile è meglio. Questo ci entra nella borsa.

 

In secondo luogo perché i racconti sono davvero brevi, li potete leggere mentre pendolate sui mezzi, in giro per la città, mentre aspettate l’autobus, senza spezzare la lettura sul più bello.

 

E ancora, perché sono moderni, sono figli del tempo che stiamo vivendo; i protagonisti si rivolgono a coach, stylist personali, provano a vendersi al meglio su Instagram tramite vere e proprie strategie di marketing, che manco il commerciale di H&M, per poi ritrovarsi a pescare qualche briciolo di attenzione mediatica, spesso scambiata per amore e che non supera lo step che dall’internet porta alla vita reale.

 

Sono vittime dei trend, delle mode, della nails art del momento, della laminazione delle ciglia e anche un po’ persi tra le filosofie di vita, in questo nostro mondo dove ci vorrebbero tutti più spirituali ma, allo stesso tempo, consumistici.

 

Umanistili e Una ballerina sulla luna è una raccolta di sedici brevi racconti più uno, l’ultimo, che è più lungo, e che, come in un abbraccio, li circonda un po’ tutti.

 

Come ci suggerisce il titolo, la materia di questi racconti è davvero molto umana.

 

Ne Il coach con il microfonino il protagonista si iscrive in palestra per migliorare la sua forma fisica e si ritrova, invece, ad affrontare domande che non si poneva da un po’; come ad esempio: “tu che cosa vuoi?”

 

Ovviamente per il coach è solo una domanda, dimmi il tuo obiettivo e ti dirò come raggiungerlo, secondo, però, le mie regole.

 

Invece il protagonista si ritrova assorto a pensare che questa domanda era un po’ che non se la faceva e che probabilmente non ha così chiaro in mente il suo obiettivo, come invece credeva entrando in palestra.

 

Ma i protagonisti dei racconti, oltre a grandi e piccole rivelazioni su sé stessi, nel quotidiano devono affrontare tante altre piccole sfide, come: Il guidatore che mette la freccia in curva. Il guidatore super super prudente, che però si fa superare, perché lui non vuole rallentarti, vuole arrivare felice alla sua destinazione, mantenendo alta la prudenza.

 

Il trita-autostima è quel conoscente che sbuca dal nulla, perché in realtà vive appiccicato all’intonaco delle facciate dei palazzi e resta in agguato. In agguato di te, e appena ti vedrà abbozzare un timido sorriso, eccolo, pronto a ricordarti che tutto quello che hai fatto e che farai probabilmente lo farai da schifo, perché non lo sai fare.

 

Indipendentemente dalle tue accreditate e inconfutabili competenze.

 

Il pedalatore con le gambe larghe, da leggere, in assoluto il più divertente, da vivere, forse un po’ meno. Ma si percepisce benissimo la frustrazione di restare bloccati nel traffico, non poter sorpassare, mentre la coda che si crea ti ritiene responsabile del rallentamento, perché non vede, non sa che davanti a te c’è un ciclista, ma non un ciclista qualsiasi, un colosso insormontabile, un baro del ciclismo, gambe larghe e manubrio truccato per poter occupare al massimo la carreggiata!

 

Un altro degli argomenti presenti ne Umanistili e Una ballerina sulla luna è sicuramente l’amore, anche quello rappresentato in più di una sfaccettatura. C’è la chiave ironica, come in “Però siamo rimasti amici” che ci porta a riflettere sui primi appuntamenti, su quello che diciamo, durante questi appuntamenti, e che ci strappa un sorriso, perché a chi non è mai capitato un appuntamento finito male? Talmente deludente da dover fingere una chiamata d’emergenza, mentre l’altra persona, che credevamo interessante, parla a ruota libera del suo ex e delle peggiori cose che ha fatto, scrollandosi di dosso tutte le colpe, tanto in fondo sono rimasti amici.

 

La coppia zitta al tavolo del ristorante, che non ha bisogno di dirsi nulla, mai, né tra di loro né ai camerieri, tutto è evitabile, tranne la più importante, l’unica che non può essere sottintesa: “Ti amo”.

 

L’amore che Mica tanto l’amore finisce, ma allo stesso tempo lo lasciamo alle spalle, ci accontentiamo di qualcosa che c’è stato, di una sensazione, un attimo di sospensione, che sembra felicità, ma per raggiungerla bisognerebbe riempire anni di silenzi, di lontananze sovrapposte e allora va bene così, sapere che c’è anche se dichiariamo sconfitta.

 

C’è l’amore de Il piccolo eroe. L’uomo che ti dà appuntamenti veri, uno dei pochi rimasti in tutto il web, l’unico per il quale ringrazierai di aver scaricato Instagram, dopo un mare di reaction fuocherello e di storie pubblicate ad hoc per attirare l’attenzione di chi non si è palesato mai al di fuori del mondo digitale, lui, l’eroe dell’amore a chiamata, non a messaggio vocale cronometrato, esiste (per molti ancora un miraggio, lo so, resistete, nel frattempo pubblicate accuratissime stories)!

 

Anche, e non meno importante, l’amore verso sé stessi, che è quello più facile da dimenticare; ce lo ricorda Andrea. No, perché uno si stanca pure. E Andrea si è stancato ed è il vero sé stesso, che gli tira le orecchie e gli fa un bel discorsetto (valido per tutti) che tutti i sacrifici che si fanno per gli altri, non sempre verranno ricambiati, non nel modo in cui lo aspettiamo, perché forse stiamo chiedendo la cosa giusta alla persona sbagliata; abbracci a chi non ne concede, ascolto a chi è troppo preso da sé stesso. Non puoi andare in montagna sperando di trovare il mare.

 

E poi c’è La ballerina sulla luna, il racconto più lungo, quello che secondo me li abbraccia un po’ tutti, perché ci rivedo un riannodarsi dei fili dei racconti che lo precedono, una conclusione dopo un preambolo, e se tutto questo fosse un ricercare sé stessi, per ritrovarsi dopo essersi persi, tra le numerose richieste che ci vengono fatte durante la vita. Come appunto saperci vendere, stare al gioco, porci in un certo modo, essere prudenti, non rischiare mai, dedicarci al lavoro, dimenticando ciò che siamo.

 

Accantonando le nostre passioni, e proprio per questo venendo meno a noi stessi. Umanistili e Una ballerina sulla luna ci aiuta a ritrovarci, con ironia, sdoganando i luoghi comuni che ci siamo costruiti e suggerendoci un cambio di prospettiva, perché forse guardando verso l’alto, invece che al nostro piccolo, potremmo incontrare qualcuno che ci assomiglia moltissimo, e che anzi, custodisce il meglio di noi.

Oriana D’Apote

Oriana D’Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l’animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.
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