Elisa Rovesta torna alla scrittura con Umanistili e Una ballerina sulla luna, racconti in cui succede un po’ più di niente (NFC Edizioni). Dopo Fatti umani, pubblicato nel 2022 da Il Rio, Umanistili e Una ballerina sulla luna percorre, attraverso una serie di racconti, le contraddizioni e le ossessioni di donne e uomini comuni alle prese con amori, rotture, attese, perdite e nuovi inizi.
L’esserci, la partecipazione, il perdersi, l’ammiccare, il cercarsi per poi nascondersi sono alcuni degli “umanistili”, ovvero quegli atteggiamenti che compongono il puzzle umano che prende vita tra le pagine di questo libro ma che, allo stesso modo, compone anche il quadro della società di oggi. I ruoli sono fluidi, le aspettative labili, le personalità in evoluzione, gli obiettivi in perenne discussione: così assistiamo a valori che si azzerano, dialoghi che non dicono nulla, sguardi che invocano perdono, bisogno perenne di apparire ed immane esigenza d’amore.
Tanti temi, quindi, molte dinamiche e, di pari passo, l’incessante sguardo dell’autrice che cambia prospettiva, mette a fuoco nuovi gesti, altre persone, nuove attese e nuovi legami. L’unica costante che attraversa le pagine è l’ironia grazie alla quale Elisa Rovesta smorza i toni, regala sfumature nuove a questi umani che vivono senza nessun libretto d’istruzione, spesso svogliati, annoiati, rassegnati. Lo sguardo dell’autrice è sagace ma privo di giudizio: non c’è l’errore, non ci sono rapporti con un percorso designato, dialoghi su cui sarebbe giusto impegnarsi.
Il tavolo di un ristorante e il silenzio di una coppia lì accanto; la curiosità cresce, diventa una gara di intuizione a leggere quello che non si dice, per vedere quello che non c’è. Altro tavolo ma questa volta è quello di un bar; due sconosciuti che partono dalla fine per conoscersi: parlano degli ex, delle loro ossessioni e quel passato così demonizzato diventa fulcro di qualcosa che non può nascere poiché le ceneri non sono ancora spente. Poi entriamo in un centro estetico, siamo per strada, rintanati in casa in una fresca serata d’autunno oppure alla finestra a osservare la luna. In quel momento ci accorgiamo di una danza e ciò che affiora è la possibilità: essere in un mondo che ci ha spogliato di possibilità, di sogni, di certezze. Così siamo parte anche noi di questo catalogo umano che si è arricchito di esperienze, contatti e voglia di comunicare ma, allo stesso tempo, ha barattato la libertà, la profondità e l’ascolto.
Elisa Rovesta mostra, nuovamente, la sua capacità di “leggere” gli umanistili e raccontarli nelle ossessioni, nelle piccolezze e nelle banalità per scavare in quell’abisso personale che non sempre siamo pronti ad esplorare.
Così ho provato a guardare il futuro, ma spesso era vuoto. Da un po’ di anni a questa parte ho cercato di essere perfetta. Perfetta fuori e dentro. E ora, da troppo tempo, mi son oconcentrata solo sul lavoro e sull’essere tutto ciò che ci si aspetta da me affinché sia meritato davvero quel posto che occupo. Penso che la mia assunzione sia avvenuta per fortuna, non per merito. Già, ho iniziato a pensare che se fossi stata perfetta le persone si sarebbero accorte di me e del mio valore, sempre che io possa avere un valore… ma ne dubito.