Mi piaceva essere congelata

Tempo fa mi piaceva essere congelata. Proprio così, era scoppiata la mania della crioterapia e io, chi sono per non provarla? Mi sono informata, ovviamente, su Google. Ho scoperto che la criosauna fa bene a tutto: alla pelle, alle articolazioni, fa dimagrire e aiuta a dormire meglio. Davanti alla frase “la crioterapia fa dimagrire”, penso che le informazioni mi bastino. È sufficiente, provo, vado.

Arrivo nel centro apposito. C’è una specie di macchina che assomiglia a una risonanza magnetica posta in verticale, che arriva a meno 190 gradi e nella quale devo rimanere per tre minuti. Mi spoglio nel camerino, resto quasi nuda, ma mi fanno indossare un paio di Moon Boot e dei guanti di lana. Mi guardo nello specchio e penso: “Mah… fa dimagrire, questo mi basta.”

Entro nella criosauna e parte questo azoto liquido che, in effetti, sopporto bene. Solo quando mancano pochi secondi alla fine, sento le gambe afflitte da migliaia di spille conficcate nelle caviglie e nei polpacci, e tremo. Ma resisto. Io, che tolgo il piumone in luglio e metto le maglie di lana anche in agosto perché non sopporto il freddo, in realtà, dentro a quel macchinario provo uno strano piacere.

Esco da lì, cammino avanti e indietro con l’accappatoio, i guanti e i Moon Boot perché devo riattivare la circolazione. Insomma, ci sono riuscita. “Tornerò!” dico alla simpatica ragazza che mi ha seguita per quei gelidi tre minuti. Così, ripeto l’operazione più volte, almeno una volta alla settimana per due o tre mesi. Il freddo mi piace, ho scoperto questo. Il mio ginocchio, quello che anni fa ha avuto un infortunio, sta decisamente meglio, quindi andiamo avanti.

È un sabato mattina di luglio quando, dopo essermi sottoposta a un altro trattamento di crioterapia, decido di andare in centro a fare alcune commissioni. Appena parcheggio la macchina, incontro per caso mio padre sul marciapiede. Mi saluta e vedo che diventa subito pallido: “Cosa ti sei fatta?” mi urla preoccupato mentre veloce mi corre incontro.

“Niente, perché?”

“Hai del sangue che ti esce dal labbro! Sei verde in faccia, stai tremando, entriamo nel mio ufficio!”

“Oddio! Adesso come spiego a mio padre che mi sono fatta congelare e che ora sta assistendo in diretta al disgelo della figlia?” penso tra me e me.

Lui, stacanovista e persona concreta, come può capire che la crioterapia fa stare bene anche se secca un tantino le labbra? Così gli rispondo: “Niente, ho fatto un trattamento estetico.”

Ma è proprio in questo momento che, sempre per caso, arriva anche mia madre. Mio padre le urla già in lontananza: “Guardala! Ha il sangue in faccia!”

Mia madre, che mi conosce, non si scompone troppo e capisce al volo che mi sono sottoposta a qualcosa di strano (secondo lei). Tutti e tre entriamo nell’ufficio di mio padre, e lui, che per il forte senso di concretezza raramente si preoccupa, continua a osservarmi un po’ indeciso se pensare che sua figlia non è del tutto normale o se è meglio pensare prima a curare le ferite. Con estrema raffinatezza, mi asciugo il sangue, che non era nemmeno tanto, con della carta igienica perché non c’era altro, e piano piano riprendo colore. I miei genitori si tranquillizzano. Mia mamma mi chiede: “Ma perché lo fai?” Io non le rispondo: “Perché fa dimagrire.” Le dico: “Per il ginocchio.” Non mi credono. È stato un disgelo pieno di calore. E comunque, non ho perso un grammo.

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