Brindisi, Trenini e Risate

Anche se ho la sensazione di aver appena festeggiato Ferragosto, in realtà al mattino sorseggio il caffè canticchiando le canzoni natalizie di Michael Bublé che già trasmettono alla radio. “Sta arrivando il Natale” penso e con le festività si sa, torna anche il periodo dei buoni propositi: iscriversi in palestra, mangiare in modo più salutare e promettere a sé stessi che “da lunedì” si inizierà la dieta, senza però specificare l’anno.

Eccolo, quel momento carico di una dolce atmosfera, in cui anche il pattinaggio su ghiaccio, allestito in molte città, diventa un passatempo divertente, persino con “Gelato al cioccolato” di Pupo in sottofondo. Tutto sembra più leggero: ci si scopre più tolleranti, più rilassati. Fino alla fatidica notte del 31 dicembre, quando tutto cambia e si scopre davvero chi sei e di che pasta sei fatto.

La notte del 31 è infatti quella in cui si organizza, di solito, una cena con gli amici, magari al ristorante. Si arriva puntuali, eleganti e sorridenti, pieni di cortesia. Ci si siede a tavola e, pian piano, complici i primi bicchieri, i decibel aumentano. Si inizia con il primo brindisi, “alla nostra!”. Ma, con l’avanzare della serata e dei brindisi, si finisce a brindare anche a quella briciola di pane lì davanti. Qualcuno si accascia sul vicino di tavolo, altri bevono dal bicchiere della persona di fronte, sbagliando mira. A tratti si tenta di riacquistare compostezza, ma subito si torna a ridere e a muoversi con una fluidità quasi come si fosse parte di una sequenza al rallenty.

È però a mezzanotte che i freni saltano del tutto, e i presenti – che siano illustri medici, avvocati o persone comuni – si comportano come se si conoscessero da sempre. Si alzano in piedi, si abbracciano e si baciano senza riserve. C’è chi si sbottona la camicia, chi si toglie le scarpe per stare più comodo, e tutti iniziano a ballare. Ognuno col proprio stile: c’è chi tenta un improbabile moonwalk, chi scivola sulle ginocchia, chi sembra colpito da strane convulsioni.

Il momento clou arriva con l’intramontabile trenino, quel fenomeno che parte spontaneamente e non si ferma più. Il capofila, sicuro di sé, guida gli altri sulle note di “Maracaibo”, mentre chi è in mezzo cerca di coinvolgere i più timidi, quelli che in cuor loro sperano in un miracoloso svenimento. Ma non c’è scampo: tutti devono partecipare, sorridere e divertirsi. È concessa solo una breve pausa per una fetta di panettone, poi via, di nuovo in fila a fare il trenino! Zà zà!
È mattina quando, sudati ma felici, ci si saluta. E, come per magia, si torna ad essere estranei, come se non fosse successo nulla. Ma tu sai di esserti divertito. Sì, è successo davvero tanto.

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