Spring per sbaglio

Sei davanti allo specchio, chiusa nel bagno. Guardi la tua immagine riflessa e ti domandi: “Io che stagione sono?” Mentre continui a chiedertelo, sente la tua voce anche il tuo fidanzato che sta passando lungo il corridoio per raggiungere la cucina. Risponde quasi in automatico: “Amore siamo in autunno!”. Tu lo sai che siamo in ottobre, ma sei pure convinta non ti si addica questo mese, lo hai letto in un libro appena comprato. Te lo suggeriscono pure le stories su Instangram. Già. Lo diceva una tipa che conosce l’armocromia, e sa bene che non si tratta di un’opinione ma è una di tecnica precisa, studiata da geni del colore, per dirti cosa sei e come devi essere. Esatto, l’armocromia è una tecnica attraverso la quale vengono stabiliti i colori che tu devi indossare in base alla stagione che rappresenti. Tutto ciò prevede che a stabilirlo sia un’esperta, la quale si è formata in corsi ad hoc di armocromia o ascoltando qua e là qualche video su Youtube. E tu sei li, con il telefono appoggiato sul piano del mobile del bagno mentre ascolti la diretta Instagram dell’insegnante di armocromia e fai quello che devi -cioè quello che ti consiglia di fare- per arrivare a piacerti, a piacere agli altri.

Ti togli la maglietta, ti metti in testa un tovagliolo bianco di lino. Non è necessario sia un tovagliolo, bastava un tessuto bianco per coprire il colore dei capelli, ma in casa hai solo quello. Dirigi la lampada dello specchio davanti al tuo viso, la luce naturale sarebbe migliore, ma il tuo bagno è cieco e quindi va bene lo stesso.

Prendi in mano una manchette di colori plastificata, assomiglia alla cartella colori di un imbianchino, ma in quella manchette è racchiuso tutto il segreto della tua felicità, perché avvicinando alla pelle del viso i vari colori, tu capirai che stagione sei e ti comporterai di conseguenza.

Se, per esempio, avvicinerai il rosso, vedrai comparire le occhiaie e i contorni delle labbra saranno marcati. Di conseguenza saprai che quel colore andrà eliminato subito dalla tua vita. Ma che dico, andrà letteralmente eliminato dal tuo mondo! Non dovrai mai più frequentare luoghi che al loro interno contengano quel rosso, non dovrai nemmeno frequentare persone a cui piace quel colore. Il rosso sarà la tua criptonite insieme a tutti gli altri colori che ti provocano occhiaie e labbra meno evidenti.

Se la sera prima hai fatto tardi e hai il viso un po’ sciupato per la stanchezza non importa, l’armocromia non sbagli, semmai sbagli tu.

Dopo aver scoperto che i colori freddi ti stanno meglio, vai su Google per capire cosa siano i colori freddi dei quali sta parlando l’insegnante on line, ma non c’è tempo, dato che l’esperta cambia all’improvviso discorso e consegna alle coscienze degli astanti un concetto davvero importante: “Il sottotono della pelle.”

Tutto si basa sul sottotono, sappilo. Ma proprio tutto l’ecosistema mondiale è fondato sul “sottotono della pelle” verrebbe da pensare dall’enfasi utilizzata dall’esperta di armocromia. Infatti, quando la donna pronuncia questa parola rallenta la voce, scandisce bene le doppie e quando l’ha detta, butta il capo verso il basso, i capelli le ricoprono il viso e tu pensi di veder rialzare il viso di Dracula, con i canini lunghi e gli aculei. Invece no, lei rialza il viso e insieme solleva una mano come se fosse un santone, un guru, un mago, una veggente. Lo dice anche come se fosse scontato conoscerne il significato di “sottotono della pelle”. Cerchi di andare di nuovo su Google per capire qualcosa di questo sottotono, ma no, non puoi, ora l’esperta di armocromia parla delle varie declinazioni delle stagioni! Ad esempio, spiega sempre la donna, ci sono vari gradi di “Winter”: Winter deep, inverno assoluto, winter bright e wintercool. Insomma le stagioni da quattro diventano sedici. E così, oltre che infreddolita, inizi a sentirti confusa. Prendi seriamente la questione del sottotono. Diventa un dogma anche per te, e le stagioni che si moltiplicano le conti con le dita perché non sono pià quattro. L’oratrice online parte a razzo a fare gli esempi: Victoria Beckam è un deep winter, Megan Fox è un winter Bright, Jennifer Connelly anche, e ti chiedi chi diavolo sia Jennifer Connelly, ma niente non c’è tempo, si passa subito alla stagione summer e alle varie declinazioni.

Non senti più freddo, ansimi, non riesci a stare dietro a così tanti concetti esposti insieme, a quella velocità, ma ti convinci che è una tecnica per piacerti, e tu non ti piaci e hai bisogno di qualcuno che ti dica come devi essere, non sono ammesse ipotesi, scelte personali, niente di tutto ciò è previsto, quando saprai che stagione sei, tu sarai quello e basta.

Finalmente intuisci di essere una “spring”, in un attimo realizzi che dovrai buttare dall’armadio tutto ciò che sia un colore freddo, anche se non hai ben chiaro cosa siano i colori freddi. Proprio in quel momento l’insegnante spiega che i colori freddi non hanno nella loro formulazione il colore giallo. E tu fai un sospiro di sollievo ed esclami “Ahhh ecco!”.

Il tuo fidanzato bussa alla porta del bagno per sapere se stai bene, tu con i brividi di freddo, ma anche bagnata di sudore gli rispondi, “Si si tranquillo. Scusa, ora non ho tempo”. Lui non capisce perché tu non abbia tempo, ma non importa, ormai tutto è allo sbaraglio, anche la tua testa è in confusione. Tu, che hai sostenuto esami di matematica e statistica all’Università, ora stai perdendo il filo del discorso ma fa lo stesso, il filo lo ritroverai, l’armocromia non sbaglia, casomai sei tu a sbagliare.

La diretta sta per volgere al termine, tu ora sei una spring, ti senti una spring e nessun winter mai ti fermerà, lo senti, e senti che è stata dura ma adesso qualcuno ti ha detto cosa sei e come devi essere, non te lo sei detta da sola, non l’hai scelto, è così e basta.

Proprio nel momento dei saluti, l’insegnante chiude gli occhi, come un veggente di Medjugorje resta in silenzio qualche istante, poi riapre gli occhi ed esclama: “Chi ha i capelli scuri non può essere una spring. Andate in pace.”

Tu hai i capelli scuri, sei stata per pochi minuti una spring per sbaglio…ma l’armocromia non sbaglia, casomai sbagli tu. Ricordalo.

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