Il mostro sono io (e scusate se é poco)

Lara è una giovane donna, bella, non troppo alta, con grandi occhi azzurri e capelli castani perfettamente stirati che le arrivano sotto le spalle. Lara lavora come interprete, conosce e parla quattro lingue. Oltre all’italiano sa l’inglese, il francese, lo spagnolo e il cinese. Ed è proprio in Cina che a breve deve andare, dopo essere rientrata da New Tork in cui ha partecipato a una conferenza nella quale c’erano importanti ingeneri e fisici di fama internazionale. Questa giovane donna sale e scende dagli aerei almeno due volte al mese senza battere ciglio, ma il giorno prima della partenza per la Cina sente dentro al petto una strana sensazione. Il cuore le batte più forte del solito, e quando pensa al momento in cui salirà la scaletta per imbacarsi, si accorge che le sue mani sudano. Non fa troppo caso a queste sensazioni e, da professionista quale è, la mattina arriva puntuale in aeroporto. Mentre fa il check-in le gambe tremano, senza che lei ne capisca il motivo. Il respiro si fa sempre più affannato e, stupita, pensa di avere la pressione bassa. In fondo ne soffre, ma sente che c’è qualcosa di diverso. Dopo circa un’ora Lara sale sull’aereo e prende posto sul sedile assegnato a lei. Fa sempre più fatica a respirare, e mentre il pilota comincia le manovre per il decollo, viene travolta dall’impressione di avere un fazzoletto in bocca che le impedisce di parlare, respirare, urlare, imprecare e capisce che sta perdendo il controllo. Stringe forte le mani, fino a ficcarsi le unghie nella carne, “è un mostro!” pensa. E continua “è un mostro che si è impossessato di me!” continua a ripetersi. Nel frattempo la hostess si accorge del pallore della ragazza, e le chiede se va tutto bene. “No”, risponde Lara, aggiungendo: “non va bene per niente, voglio scendere!” La hostess allora si siede nel posto vuoto al suo fianco, le prende la mano, alza gli occhi al cielo e sussurra: “Ci risiamo, è qui un’altra volta”.

Lara le chiede a chi si stia riferendo e la hostess le risponde che è vero, è un mostro quello che si è impossessato di lei. Aggiunge che lo ha incontrato tante volte nei passeggeri, e che sì, è un mostro con un nome e un cognome. La informa che la cosa che le sta dominando la mente si chiama “claustro” di nome, e “fobia” di cognome”, “claustrofobia” insomma. “Ma io non ne ho mai sofferto!” “Oh, cara mia, arriva quando meno te l’aspetti.” E continua: “E nemmeno arriva sola…”, aggiungendo che Claustrofobia si muove in coppia con Panico. Le racconta che i due sono veri mostri, e che tra loro c’è una relazione particolare; potrebbero sembrare amanti, quantomeno Panico è il trombamico di Claustrofobia, ma ciò che conta è che una non si muove senza l’altro. Lara guarda la sua interlocutrice con gli occhi del terrore e la hostess le dice: “Vedi, è arrivato proprio ora Panico”. “Posso mandarlo via?” “Si” afferma la hostess. E avvisa la giovane donna che se non prende atto di avere dentro di sé questi due mostri, è probabile che ne arriveranno altri, fatti proprio della stessa pasta. Si riferisce infatti ad “agorafobia”, “fobia sociale”, “aracnofobia” e tante, tantissime altre fobie, che sono però tutte figlie della stessa mamma. “E chi è la mamma?” chiede Lara. “La mamma si chiama Ansia. Spesso va a braccetto con sua cugina depressione”. Lara si fa sempre più pallida, piange e implora la hostess di aiutarla. La hostess, le dice che si può usare l’artiglieria pesante per combattere questi mostri. Le racconta che esiste un vero e proprio esercito di soldatini addestrati per combatterli, e si chiamano: Xanax, En, Tavor e tanti altri. La informa che però al momento non c’è nulla di questi prodotti disponibile, e quindi deve farcela da sola. Deve combatterli da sola i suoi mostri. Lara smette per un secondo di piangere, guarda la hostess e le chiede: “Dove abitano questi mostri?” La hostess le sorride, le accarezza una guancia e le dice piano: “Stanno conficcati nella tua testa”. Lara guarda in basso, i pensieri le scorrono così velocemente da poterne sentire il rumore. Poi si rivolge alla hostess e ricomincia a piangere mentre pronuncia a malapena alcune parole: “…ma quindi…” domanda Lara sgranando gli occhi: “se abitano nella mia testa, il mostro sono io?” “Esatto”, risponde la hostess, prendendole la mano. “Il mostro sono io, e scusate se è poco!” incalza Lara con un sospiro che lascia intendere un misto di rassegnazione e coraggio. “Esatto” ribadisce la hostess. La stessa le dice che esiste un solo soldatino capace di battere davvero questo mostro. E alla domanda di Lara, su chi sia questo soldatino, la hostess risponde: “Te stessa. Il miglior soldato”.

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