– Ci vediamo questa sera?
– Sono un po’ stanca, risponde l’amica.
– Dai giusto il tempo di farci un selfie!
– Hai detto selfie? Allora sì! Alle 22 in centro.
Le due amiche si incontrano, ben vestite, senza trucco.
La pelle ringrazia, anzi la beauty routine ringrazia per non aver messo il fondotinta e tutte le altre cose. Certo potrebbe apparire strano, con un paio di sandali dorati e un tubino stretto stretto, non aver messo nemmeno un filo di trucco. Eppure è così.
Le due amiche sono acqua e sapone. Un richiamo alla naturalezza? Al “devi essere te stessa?” No, un richiamo al “puoi essere chi vuoi”. Lo si capisce dal fatto che appena arrivano vicino a quella fontana nel centro della piazza rinascimentale, entrambe le giovani donne estraggono il cellulare e no, non si fotografano subito. Guardano il telefono, scorrono sullo schermo con il dito indice mentre guardano qualcosa. A giudicare dalle sopracciglia aggrottate deve essere qualcosa di davvero interessante.
– Io scelgo questo e tu? Domanda quella con il tubino.
– No, io scelgo “Holliwood3.”
Un passante sente questa conversazione e si ferma vicino alle due senza che loro se ne accorgan. Di cosa stanno parlando?
– Guarda, io opto per il filtro bacio. È più raffinato. Fa meno labbroni.- Ma come, non facciamo lo stesso filtro?
– No. Ad ognuno il suo.
– Corretto, allora dài scatta!
Fatto il selfie, anzi fatte una miriade di fotografie con il cellulare, le due procedono ad un’accurata selezione.
Il passante che piano piano si è avvicinato sempre più incuriosito, riesce a vedere, in tralice, il risultato degli scatti e si chiede: ma quelle della foto sono le stesse qui davanti a me?
Quella con il tubino nella foto ha rossetto rosso, sopracciglia ad ali di gabbiano molto spesse, denti bianchi come se ogni sera bevesse bicarbonato, e i capelli…i capelli sono lisci, anche se i suoi in realtà sono mossi.
Quella con i sandali dorati invece nella foto ha le labbra molto carnose, ciglia lunghissime e una pelle bianchissima, nonostante dal vivo abbia le labbra sottili, ciglia normali e carnagione piuttosto olivastra.
Il passante resta fermo, con aria dubbiosa.
Nel frattempo le due amiche si accorgono di questa persona e quasi insieme gli chiedono:
– Può farci una foto lei?
– Certo.
– Allora signore, deve usare questo filtro, si chiama “Fascino”.
– Perché volete il filtro?
– Perché vogliamo essere così.
– E perché?
– Perché ci piace.
– Vi piace essere altro da ciò che siete davvero?
– Ci piace diventare ciò che vorremmo essere davvero.
Il passante senza fare altre domande scatta la fotografia e restituisce il telefono alla proprietaria.
– Grazie! Dice lei.
– Prego. Risponde il passante. Poi sospira, guarda in basso e subito rialza gli occhi verso le due amiche aggiungendo:
– Posso essere anch’io quello che voglio essere?
– Certo!
– Vorrei il filtro “Carino”
– Bene, si metta in posa.
– Ecco la foto.
Lui la guarda e esclama: “Oh! come sono diversamente io.”
Poi saluta le due amiche, si incammina verso casa divertito pensando a quanti “diversamente io” potrà incontrare d’ora in poi.