Suono entusiasta il campanello. Ho in testa la mia cuffia di lana nera per ripararmi dal freddo e diciamocelo, anche per riparare i capelli dall’umidità. Che poi si gonfiano e prendono quel crespino insopportabile, e io non ci sto. Al crespino dei capelli dico no, e così non esco in inverno se non ho la mia cuffia di lana nera. In fondo sono arrivata qui proprio per “migliorare” il mio aspetto, no?
Proprio qui, in questo posto dove una dolce operatrice del benessere tra pochi minuti mi farà un bellissimo massaggio modellante. Che lei sia dolce lo penso perché al telefono era così gentile! Sì, deve proprio essere una tenera ragazza, non ci sono dubbi.
Dopo aver suonato attendo qualche istante davanti a quel portoncino color panna, ci sono dei fiori bianchi sui lati e uno zerbino con scritto “Benvenuti”, e c’è pure un cuoricino disegnato. Che cara ragazza questa operatrice del benessere. Quando mi apre la serratura fa un rumore assordante, una specie di boato, e di colpo faccio un balzo all’indietro diventando tutta rossa in faccia. Ma poi penso che la cara ragazza dovrà sistemare la serratura. È così dolce, lei non può avere un portoncino così rumoroso.
Arrivo all’ingresso, la porta è aperta. Le luci sono soffuse, ci sono alcune candele accese e un buon profumo di essenze invade le stanze. Che posto tranquillo, mi sento subito in pace. Tra poco mi farà il massaggio modellante. Quello che, appunto, modella il corpo e mi aiuterà a eliminare questa ciccetta sulle cosce, mi aiuterà a drenare i liquidi, a riattivare il metabolismo, a migliorare la circolazione, insomma mi aiuterà in tutto, diventerò più snella, più tonica e se non sto attenta diventerò anche bionda, io che sono mora!
Nella penombra sento una voce: “Entra!” È lei, la mia operatrice del benessere che avanza decisa. A ogni suo passo sento tremare il pavimento in gres che però sembra legno chiaro. Più mi si avvicina, più vedo in modo nitido la figura di questa cara ragazza. Quando è di fronte a me allarga i piedi, mette le mani sui fianchi. Vedo che è robusta, piena di muscoli sulle cosce e sulle braccia. Mi fissa e dice: “Sì, devi fare il massaggio modellante. Accomodati, ti faccio aspettare cinque minuti, intanto preparati”. Poi se ne va con quel passo pesante, che ha il rumore di catene strisciate sul pavimento.
Mi sdraio sul lettino e dopo qualche minuto entra nella cabina. Si toglie la maglia, resta in maniche corte dalle quali escono bicipiti mai visti prima. Non parla. Assume la postura di un lottatore di sumo e inizia a massaggiare dal piede. Mi stringe forte la caviglia ma io non dico nulla, penso che serva per riattivare la circolazione così sopporto. All’improvviso aumenta ancora la forza con la quale impugna la mia carne e arrivata al polpaccio inizia a stringere ancora più forte, tanto che i gemelli si staccano e ho paura che mi provochi una lesione… ma non dico niente, sarò più snella “sopporta, non essere la solita pignola” mi dico.
Le sue mani arrivano sulle mie cosce e in quel momento non capisco più se chi ho di fronte sia in realtà Hulk Hogan o l’operatrice. Stringo i denti, le sto prendendo di santa ragione, ma so che è per il mio bene. In fondo avrò una circolazione sanguigna di tutto rispetto, no?
Penso che il peggio sia passato ma non è così, perché il massaggio modellante a cui mi sottopongo, a quanto pare, prevede che l’operatrice mi metta anche un gomito sulla fascia muscolare proprio dove c’è la ciccetta e poi spinga questo benedetto gomito in avanti e indietro lentamente. Mi scappa: “ahia”, e lei mi risponde: “è la ritenzione che fa male”. “Ok”, penso io, “ma se c’è la ritenzione rispettiamola, invece di provare ad ammazzarla in questo modo cruento!”.
Sono ormai sfinita, quando l’operatrice arriva ai glutei e lì si scatena. Inizia a dare pugni, pugni veri, e poi sberlette veloci, poi stringe la pelle, e ancora pugni, insomma io non ce la faccio più. Più che modellarmi il corpo, questo trattamento mi forgia il carattere. Vado avanti molto motivata, anche se con la bocca emetto gemiti di dolore e lo stomaco si contorce dalla paura per la prossima manovra che farà quella che doveva essere una dolce ragazza! Prendo fiato perché ad un certo punto capisco che siamo arrivate alla fine della feroce pratica proprio quando con le mani tocca il piede e poi sale su per le gambe, attivando un’intensità inferiore rispetto a prima. Fa due o tre passaggi in questo modo “umano”, e nel momento in cui sento il nemico ormai inoffensivo improvvisamente reagisco. Le dico “Accidenti però che foga nel massaggiare”. Lei sta zitta, nella penombra assume le sembianze di un giocatore degli All blacks. E proprio come uno di loro si batte le mani sul petto, emette suoni che non riesco a decifrare, sbatte i piedi sul pavimento, prima uno e poi l’altro. Io ho paura, volevo solo un massaggio modellante, tempo che lei ricominci da capo e invece, quando finisce di battere le mani sul petto mi dice: “Ora puoi andare. Ne avevi davvero bisogno!”.
La ringrazio, controllo di avere il femore ancora intatto, mi guardo allo specchio e sì, effettivamente…sono uguale identica a prima. Ancora mora per fortuna, ho ancora la ciccetta ma con due o tre massaggi modellanti sarò diversa. Con cinque diventerò Brock Lesnar, il wrestler.