È di colore arancione con il bordo marrone, viene chiamata Hermès Orange Box e, alla fine, sembrerebbe solo una scatola. Potrebbe però essere riduttivo definirla così: scatola. Realistico ma pur sempre riduttivo, la Hermes Orange Box è un segno inconfondibile della maison Hermès. Un contenitore, certo, ma con la missione di custodire oggetti e borse della Maison. È pur sempre una scatola, qualcuno potrebbe pensare, va bene… ma è nata già nei primi del ‘900, frutto dell’idea di Émile Maurice Hermès, nipote del fondatore Thierry Hermès, che decise di creare contenitori beige in finta pelle di cinghiale, caratterizzati da una tonalità delicata e un bordo più scuro, marrone.
Dal beige la Maison Hermes decise di passare poi al color senape, ma alla fine questa sfumatura divenne introvabile. La Seconda Guerra Mondiale aveva causato una scarsità di materiali, per cui niente più beige, niente più color senape, niente più bordo marrone. Ma una cosa era certa: rinunciare alla scatola non era un’opzione. Non portare avanti l’attività della Maison non era un’opzione. L’unico colore disponibile sul mercato in quel momento era l’arancione, e così nacque la Orange Box Hermès. Un’esigenza dettata dalla necessità di adattarsi a un momento critico, ma anche dalla volontà di non cedere alle circostanze, portò alla nascita di una scatola – sì, l’abbiamo capito – ma anche di un’icona.
Negli anni Sessanta il bordo marrone venne ripristinato, e nel tempo l’arancione è diventato il segno distintivo non solo della scatola, ma anche di abiti, borse, foulard e altri oggetti firmati Hermès. Oggi vediamo alcune persone che posizionano queste scatole ad arte, magari su un letto o su una sedia, creando quell’effetto “vedo – non vedo ma ti prego vedi” studiato per essere fotografato e postato magari sui social. Così, per sfarzo forse. Eppure, quella scatola che non è una scatola – ecco, finalmente l’ho detto – ha una storia. Come ogni vera icona.